Charles Dickens, Bleak House. L'attesa di un "giorno del giudizio" per Miss Flite.

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Ci guardammo a vicenda, ridendo un pò perché sembravamo bambini smarriti nel bosco, quando una strana vecchietta con un cappellino sgualcito e una borsetta si avvicinò inchinandosi e sorridendo con aria cerimoniosa. - Oh! - disse. - I pupilli della cusa Jarndyce! Sono felicissima di avere questo onore! E' di buon auspicio per la giovinezza, la speranza e la bellezza trovarsi in questo luogo e non sapere che cosa accadrà. - E' matta! - bisbigliò Richard pensando di non essere ascoltato. - Appunto! Matta, signorino! - Rispose lei con tanta rapidità da confonderlo. - Anche io ero una pupilla. Allora non ero matta, - aggiunge con un profondo inchino e un sorriso ad ogni frase. - Avevo la giovinezza e la speranza. E cedo anche la bellezza. Adesso importa poco. Nessuna di queste tre cose mi giovò e mi salvò. Ho l'onore di frequentare la Corte regolarmente. Con i miei documenti. Aspetto un giudizio. Fra poco. Il Giorno del Giudizio. Ho scoperto che il sesto sigillo descritto nell'apocalisse è il sigillo della corona. E' stato per molto tempo aperto. Accettate la mia benedizione. Siccome Ada era un pò impaurita, per assecondare quella donna dissi che le eravamo molto riconoscenti. - Sì, - rispose con affettazione. - Me lo immagino. Ed ecco Kenge l'avvocato. Con i suoi documenti. Come sta vossignoria? - Benissimo, benissimo. Non sia seccante, da brava! - Disse Mr. Kenge conducendoci indietro. - Macché, - disse la povera vecchietta, - tutt'altro che seccante. Darò dei poderi ad entrambe....e questo non vuol dire essere seccante, vero? Aspetto un giudizio. Il Giorno del Giudizio. E' un buon auspicio per voi. Accettate la mia benedizione. Si fermò in fondo alla ripida e ampia scalinata. Guardammo indietro salendo e lei era ancora lì, che diceva, sempre con un inchino e con un sorriso ad ogni frase: - La giovinezza. La speranza. La bellezza. E la Corte di Giustizia del Lord Cancelliere. Ah! Vi prego, accettate la mia benedizione!

(Charles Dickens, Bleak House, Einaudi ET, pag. 56)